Nel 1796 Napoleone fece il suo ingresso a Milano e l’anno successivo la città venne proclamata capitale della Repubblica Cisalpina. Il periodo napoleonico vide il prosperare della cultura e l’edificazione di importanti opere pubbliche, ma il prezzo da pagare era alto: accanto a ricchi palazzi spesso c’erano povere e insane baracche, il tributo pagato alle guerre napoleoniche in termini finanziari ma anche di vite umane era troppo salato. Questo provocò la nascita di una coscienza nazionale e il ritorno della dominazione austriaca non ne arrestò la crescita .
In passato gli austriaci avevano sicuramente contribuito alla prosperità della città ma la coscienza politica nazionale era ormai matura per ribellarsi al dominio straniero; Radetzky fu costretto a usare la forza per opporsi ai moti carbonari ma il processo di liberazione era ormai inarrestabile. Il momento culminante arrivò con il 18 marzo 1848 in cui il popolo, nelle famose “cinque giornate” riuscì a scacciare gli stranieri. Fu solo una breve parentesi perché gli austriaci tornarono e e rimasero fino alla Seconda Guerra di Indipendenza.
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